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Il titolo di questo libro di Gian Maria Fara evoca l'opera sconcertante di Bernard de Mandeville, medico e scrittore franco-olandese, vissuto e morto in Inghilterra nel 1733. Mandeville divenne famoso perché, attraverso la descrizione allegorica della vita di un alveare, cercò di persuadere l'Europa - quella cristiana (protestante o cattolica) e quella dell'Illuminismo nascente (atea, agnostica o deista), che solo il puro egoismo, liberato da ogni impaccio morale, può suscitare la prosperità: sebbene possa restare incalcolabile il numero delle angherie e dei delitti necessari per conseguire lo scopo. Le teorie di Mandeville vennero considerate riprovevoli, provocatorie, insulse. La cultura europea se ne liberò, dimenticandole. Ma ora, il pensiero di Mandeville si sta inverando in Italia, come svela e dimostra Fara in questo libro. "La Repubblica delle Api" è la denuncia del degrado morale nel quale è caduto il Paese: è un libro amaro, ma anche divertente giacché i fatti che racconta hanno le tinte livide del disastro, ma anche i toni beffardi della farsa. In questa opera, che racchiude 365 "appunti", uno per ogni giorno dell'anno, sull'Italia contemporanea, si narra la grande crisi culturale che, quasi in segreto, come un tarlo nascosto, ha corroso il Paese. Prefazione di Mario Pendinelli.